Come capire se un parrucchiere è davvero professionale
Il settore saloni di acconciatura ha un fatturato di oltre 7 miliardi e in Italia sono 23 milioni le donne che vanno dal parrucchiere, mettendo i propri capelli nelle mani di un professionista, che però non è scontato sia anche professionale. Per definizione, infatti, un professionista è colui che sa fare ma se è professionale non solo sa fare, ma sa anche esserlo.
Quello della professionalità è dunque un valore che si acquisisce con il tempo e con l’esperienza, coltivandolo continuamente, senza pensare mai di “essere arrivati”, ma con la costante sete di conoscenza e la voglia di perfezionarsi ed essere il migliore in ciò che si fa.
La professionalità è quindi la base su cui ogni professionista dovrebbe fondare la propria attività.
Quando ci accingiamo a provare un nuovo salone, dobbiamo stare molto attente a cosa osservare per comprendere il livello di chi ci lavora, perché alla fine chi ci andrà a rimettere saremo sempre e solo noi. A chi non è capitato di uscire dal parrucchiere con i capelli troppo corti, con un colore che non avevamo chiesto o, ancora peggio, con i capelli completamente rovinati?
E allora vediamo tre semplici modi per capire se anche il nostro è un parrucchiere professionale.
Prodotti e attrezzatura da pro
Spesso si tende a pensare che un parrucchiere costoso sia anche bravo. Non è una regola aurea, ma a ben pensarci ha un suo fondamento logico. I prodotti utilizzati dai parrucchieri entrano a stretto contatto con zone molto delicate di ogni cliente. Chiaramente i capelli, così come la cute e gli occhi possono venire a contatto con le sostanze chimiche contenute negli shampoo, balsamo, maschere, oli e quant’altro.
Risparmiare spesso vuol dire rischiare ustioni, reazioni allergiche o altri problemi alla cute e ai capelli. Proprio per questo motivo, è facile capire come un prodotto a basso costo, sia esso un ossigeno o una tintura per capelli, non debba figurare tra l’attrezzatura di un parrucchiere professionale, che al massimo può essere acquistato in un supermercato.
Non a caso una delle domande che le donne fanno più spesso dal parrucchiere è se stia utilizzando l’ammoniaca, cosa che fa intendere il timore verso un prodotto chepotrebbe danneggiare i capelli. Quindi, per prima cosa, se riusciamo, diamo un’occhiata alla qualità e alla varietà dei prodotti presenti nel salone.
Abbiamo prima accennato all’attrezzatura. I “ferri del mestiere” per antonomasia di ogni parrucchiere sono le forbici, le più importanti per ogni acconciatore che si rispetti. Le forbici professionali da parrucchiere devono essere di diversa tipologia e materiale, a seconda della funzione che devono svolgere. Per questo un buon set di forbici deve comprendere modelli con lame di varia lunghezza (da 5, 5.5, 6 e 6.5 pollici circa) e tipologia (a lama liscia, dentata, seghettata, a coccodrillo).
Ogni buon set di forbici da parrucchiere, come quelle fornite da Creatore Forbici, deve contenere almeno un modello per ciascuna impugnatura (opposto, offset e semi-offset) e può includere attrezzi realizzati con diversi materiali, tra cui titanio, carbonio o acciaio cobalto. Diffidiamo dunque di un parrucchiere che dispone di qualche paio di forbici con cui fa un po’ di tutto…
Collaboratori in gamba e continua formazione
Secondo i dati di Marzo 2020, in Italia ci sono 104849 parrucchieri, con una media di almeno 20 parrucchieri ogni 10000 abitanti, quindi non ci sono problemi di disponibilità se non siamo soddisfatte e abbiamo intenzione di cambiare parrucchiere. Se però vogliamo evitare un’altra spiacevole esperienza e vogliamo essere certe di trovarne uno professionale, allora stiamo attente anche alle altre figure che troviamo all’interno del salone.
Alcuni parrucchieri, infatti, potrebbero essere molto bravi in una particolare attività, come ad esempio il taglio, ma lasciar desiderare se abbiamo in testa una colorazione particolare. Spesso ci troviamo davanti a parrucchieri tuttofare, che non eccellono mai veramente in un aspetto del proprio lavoro, vuoi per necessità vuoi per pigrizia. Meglio è, invece, se in un salone siamo seguiti da diversi collaboratori che siano skillati o portati maggiormente per una cosa sola: lavaggio, colore, taglio, piega e via dicendo. Dunque, sì a collaboratori specializzati, no a parrucchieri tuttofare e collaboratori generici.
Un’altra cosa su cui possiamo sondare il terreno è capire se il nostro parrucchiere (e il suo staff) frequentino corsi di aggiornamento e abbiano una formazione costante sulle novità, sulle tecniche e sui prodotti. Spesso, parrucchieri professionali vengono ospitati anche durante il corso di eventi e manifestazioni, oppure tengono loro stessi dei corsi di formazione.
Buona comunicazione e rispetto della privacy
Nel prendersi cura dei clienti, per un parrucchiere essere professionale vuol dire anche essere rispettoso della sfera personale di ogni persona. Quasi come un medico, il parrucchiere deve voler conoscere la storia di una persona, di tutto ciò che ha fatto ai propri capelli prima di allora e di quello che vorrebbe fare.
Un parrucchiere professionale, deve sapere innanzitutto ascoltare e capire chi ha davanti e cosa vuole, però non dimentichiamo di rispettare il galateo dal parrucchiere, perché la correttezza non può essere solo unidirezionale.
Considera che il parrucchiere si informa e fa domande, al fine di comprendere a pieno la personalità del cliente per poterlo soddisfare. Un alto livello di igiene, il rispetto della privacy e l’osservanza degli appuntamenti, aggiungono valore alla professionalità del nostro acconciatore.